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L'AVVOCATO RISPONDE
Il principio, ancora non previsto in Italia, è allo studio del Parlamento
Che Firenze fosse la patria della lingua italiana era certo, ma che lo fosse anche del diritto (a discapito di quel che si poteva credere - non me ne vogliano i fiorentini - della Città Eterna) è cosa nuova e…comunque piacevole. E' del Tribunale di Firenze, infatti, il giudice che, chiamato a pronunciarsi sulla separazione tra due coniugi, e sul conseguente affidamento del loro figlio minorenne, ha stabilito, nei giorni scorsi, un principio destinato ad essere un precedente importante per il futuro.
Il Dott. Domenico Paparo (questo il nome del magistrato) ha stabilito che il ragazzo, che ha 11 anni, dovrà essere domiciliato (e residente) presso l’abitazione di entrambi i genitori: ciò, innanzitutto, nel suo primario interesse: potrà ottenere non pochi vantaggi, come quello di usufruire dei centri estivi organizzati da entrambi i comuni di residenza, ma, soprattutto, potrà crescere con entrambi i genitori.
Insomma, un’applicazione in piena regola di quello che, dopo sei anni dall’entrata in vigore della legge sul c.d. Affido Condiviso non dovrebbe risultare, ancora, un unicum (quasi, verrebbe da dire, un miracolo), ma…la regola: ossia l’affermazione del principio della bi-genitorialità. Quel principio su cui già in altre occasioni ho avuto modo di scrivere su questo quotidiano e che sarebbe ora che i nostri tribunali si decidessero ad applicare in maniera concreta.
Ben inteso: il principio del doppio domicilio e, più ancora, della doppia residenza, ancora non è previsto in Italia come lo è, invece, in altri Paesi europei, come Belgio e Francia, ma è allo studio del Parlamento, chiamato ad approvare, si spera in tempi brevi, il c.d. “affido condiviso bis”.
Nel caso di doppia residenza, tra l’altro, entrambi i genitori potranno beneficiare degli eventuali sgravi fiscali (così come ad altre agevolazioni, di varia natura) che, invece, diversamente, spetterebbero solo al c.d. "genitore collocatario"; così come, entrambi i genitori potranno, e dovranno, ricevere la posta indirizzata al proprio figlio. E via dicendo.
Insomma, finalmente, una sentenza illuminata che, si spera, non sia destinata a rimanere “vox clamantis in deserto”, ma, al contrario, funga da apripista ad un cambiamento che, ormai, la stragrande maggioranza delle persone chiede con voce sempre crescente.
E che sia d’augurio il fatto che, come si diceva prima, tutto abbia inizio da quella “Fiorenza”, di dantesca memoria, centro di immensa cultura, ispiratrice di pittori, scultori, poeti, scienziati e…giuristi. E, da oggi, speranza di tanti bambini e...genitori separati.
Avv. Marco Valerio Verni
- 03 Maggio 2012
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