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FOTONOTIZIA
L’eroe dell’Arma che lotta da sempre contro la mafia partecipa all’incontro “7°: Non Rubare”
Il Capitano Ultimo lascia il tavolo e si avvicina agli studenti per rispondere a tutte le loro domande
FIANO ROMANO – In un Palazzetto dello Sport gremito di giovani delle scuole medie locali si è svolto l’incontro con il Capitano Ultimo: l’eroe dell’Arma che ha combattuto e combatte la mafia e che è riuscito a stanare, dopo anni di latitanza, il capo dei capi di Cosanostra, Totò Riina. Lunedì scorso si è svolta la giornata di sensibilizzazione sul contrasto alle azioni illecite di sottrazione indebita di beni pubblici e privati, della libertà personale e imprenditoriale “7°: Non Rubare”. L’appuntamento, inserito nell’ambito dei progetti di “Educazione alla Legalità e Cittadinanza Attiva”, è stato organizzato dagli istituti comprensivi di Fiano Romano e Civitella San Paolo in collaborazione con l’associazione Anc Fargl, Associazione Nazionale Combattenti – Forze Armate Regolari Guerra di Liberazione sezione di Fiano Romano e sezione di Civitella San Paolo, e con il patrocinio dei comuni della Valle del Tevere.
L’INCONTRO. A fare gli onori di casa il presidente dell’Anc Fargl Paola Vegliantei, che ha moderato l'incontro, e il preside Loredana Cascelli che ha fortemente voluto l’evento. La giornata si è aperta con la conferenza stampa durante la quale sono intervenuti il dirigente scolastico e il presidente dell’Unione dei Comuni della Valle del Tevere. “Questo evento è stato organizzato ed intitolato “7°: Non rubare” dopo il recente furto subito dalla nostra scuola – ha detto il dirigente scolastico Loredana Cascelli - Sono stati rubati strumenti e giochi utilizzati dai disabili…è stato un gesto violento che è andato a colpire i più deboli. Il titolo dell’incontro richiama i valori della Costituzione e i principi spirituali, morali e naturali di ogni individuo. Vista l'importanza del tema ho invitato tutti i rappresentanti delle istituzioni dei territori dei due istituti scolastici che dirigo...perchè la lotta per contrastare questi comportamenti nasce a casa e continua a scuola”. Il Capitano Ultimo ha incontrato i giornalisti e risposto senza indugio ad ogni domanda: “Io non sono nessuno – da detto - Il popolo deve riprendere il potere di se stesso…nella vita le cose si conquistano lottando, combattendo…sempre uniti. Il mutuo soccorso deve tornare ad essere lo strumento che era”. Ultimo si è poi rivolto al dirigente Cascelli, al rappresentante del comune di Civitella San Paolo e al Presidente dell’Unione dei Comuni della Valle del Tevere: “Sottolineo il ruolo importante che hanno gli insegnanti…loro trasferiscono conoscenze a giovani che non sono loro figli. Stesso ruolo importante lo hanno i sindaci che si donano agli altri. La mafia non è una questione culturale…alle nuove generazioni chiedo di partecipare. Tutto ciò che è intorno deve essere a loro disposizione…devono chiedere spiegazioni. Ho molta fiducia nei ragazzi. Dobbiamo chiedere a loro cosa non li fa sentire protagonisti. Dobbiamo camminare insieme e loro devono essere quello che sono perché ogni singolo è importante in quello che fa”.
L’INCONTRO CON I GIOVANI. Dopo aver incontrato la stampa, il Capitano Ultimo ha fatto ingresso nel Palazzetto dove è stato accolto dagli applausi fino al tavolo posizionato al centro del campo di gioco: “Vi chiedo scusa se siedo qui e non in mezzo a voi – ha detto Ultimo – scusate se le persone della mia generazione non sono riuscite a darvi un mondo senza violenza. Voi avete talento, forza e le abilità per fare tutto quello che a noi non è riuscito. Partecipate, mettetevi in discussione e chiedeteci spiegazioni”. Prima di iniziare l’incontro Ultimo, con la mano sul cuore, si è alzato in piedi insieme a tutti i presenti per rendere onore al carabiniere ucciso nel foggiano: “La mano sul cuore fa capire chi è il soldato, chi è carabiniere”.
LE DOMANDE DEGLI STUDENTI E LE RISPOSTE DI ULTIMO. Il Capitano Ultimo ha poi abbandonato il tavolo e si è avvicinato agli spalti. Gli studenti si sono avvicinati e hanno fatto tante domande a cui lui ha risposto con semplicità e forza di contenuti e di esperienza. C’è chi ha chiesto perché si nasconde il viso: “Ci proteggiamo per renderci sconosciuti…ce lo ha insegnato il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa – ha detto il Capitano Ultimo - essere sconosciuti è la vera forza perché non sono importanti le persone ma i fatti”. Una ragazza ha chiesto se si è mai sentito tradito e lui ha risposto: “L’importante non è chi tradisce. L'importante è che io non tradirò mai”. E’ stato poi chiesto come ha gestito e gestisce la paura: “Partendo dalle cose belle, dalle favole di mia nonna e dai valori trasmessi dalla mia famiglia, dai genitori” ha detto; poi c’è chi ha chiesto se rifarebbe le stesse cose e il Capitano ha risposto: “Sì lo rifarei…il senso della vita è il dono totale per gli altri”. Passando da una parte all’altra degli spalti Ultimo ha risposto anche alla domanda sulla scelta del nome: “Fin da piccolo intorno a me, a partire dalla scuola, c’era gente che voleva emergere, anche nell’Arma esiste questo come in altri settori. Quando ci siamo dati nomi di battaglia per non farci individuare ho scelto Ultimo per questo motivo. Deriva dall’esperienza del Generale Dalla Chiesa. Ho scelto Ultimo per evitare competizioni. Non è il nome che ti dà dignità ma quello che fai. Quindi all’inizio c’è stato chi ha riso per questa mia scelta ma poi oggi, per quello che ho fatto, non ride più”. Quando gli è stata tolta la scorta si è sentito abbandonato? Hanno chiesto i ragazzi e lui ha risposto: “I cittadini hanno diritto alla sicurezza e questo diritto devo darlo anche a chi me l’ha tolta. Il boss Bagarella ha messo una taglia di un milione di euro per chi mi ucciderà. Io ho scelto di fare il carabiniere perché credo in una umanità libera”. Gli studenti hanno chiesto anche dell’arresto del boss Riina e lui ha detto: “Quando l’abbiamo arrestato ho letto paura nei suoi occhi…la stessa paura che lui ha visto negli occhi delle persone che ha massacrato”. Dopo questa risposta è stato chiesto al Capitano Ultimo se ha avuto e ha paura e lui ha detto: “Ho paura di tutto ma cammino. Ho scelto io e continuerò a combattere sempre per questo”. I giovani sempre più presi dal suo carisma hanno chiesto cosa si può fare per combattere la mafia: “Si deve partire dalla famiglia, dalla scuola – ha risposto Ultimo - Bisogna far sentire sempre l’amore perché non è scontato. In classe coinvolgete sempre tutti, evitate discriminazioni e ogni forma di bullismo perché anche questo è combattere contro la mafia”. Poi gli è stato chiesto cos’è la mafia e lui senza esitare ha risposto: “La mafia è violenza…è calpestare il più debole, è escludere. Il Generale Dalla Chiesa ci ha insegnato a combattere e vincere. Dovete pretendere che chi ha delle responsabilità spazi via ogni tipo di criminalità e se non lo fa deve darvi spiegazioni”. A chi gli ha chiesto perché ha scelto di diventare carabiniere, Ultimo ha risposto: “Ho scelto di fare il carabiniere per amore tuo e dei tuoi genitori”, mentre a chi lo ha definito un eroe, una persona speciale lui ha replicato: “speciale non sono io, non siamo noi…speciale è l’amore dei tuoi genitori, dei tuoi insegnanti. Il lavoro speciale lo fanno i carabinieri di una stazione che hanno lasciato tutto per essere al vostro servizio. Fategli capire che sono importanti proprio perché hanno lasciato tutto per essere con voi”. Poi dagli spalti si è alzata la domanda "come fa ad avere coraggio?"…il Capitano Ultimo ha risposto: “Il coraggio te lo dà il tuo nome, i tuoi genitori…niente ci può impedire di essere fratelli. Ricordiamoci sempre i ragazzi, di appena 16 anni, che sono saliti sul Piave per fare l’Italia. Eroe non sono io ma i vostri genitori che rinunciano a tutto per farvi stare bene. Le Brigate Rosse sono sparite e lo faremo anche con la mafia”. Infine un allievo ha chiesto quali sono i motivi della mafia e Ultimo ha risposto: “Non esistono motivi né giustificazioni…sono super ladri che tolgono agli altri perché non hanno il coraggio di chiedere e di lavorare. La mafia non va cercata lontano…la lotta inizia in classe. La scuola e le famiglie devono tornare al centro per evitare esclusione ed abbandono. Fregarsene degli altri è essere mafia”.
di Gioia Maria Tozzi
Fotoreportage della giornata in allegato
Fiano Romano - 18 Aprile 2019
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