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SABATO SANTO - VEGLIA DI PASQUA
La benedizione del fuoco nuovo e il rito di accensione del cero nella Notte Santa
Qualsiasi simbolo rappresenta una realtà più vasta e profonda: per esempio la bandiera è simbolo di una Nazione. Tutte le religioni si servono di simboli nei loro riti e conoscerne il significato permette di decifrare un codice che altrimenti resta comprensibile solo per pochi. Per i Cristiani la Veglia Pasquale, che si svolge nella notte del Sabato Santo, è la veglia più importante dell'anno ed è molto ricca di simboli. La celebrazione comprende quattro momenti: la liturgia della luce, la liturgia della Parola, la liturgia battesimale e la liturgia eucaristica. Nella liturgia della luce sono presenti due simboli: il fuoco e il cero pasquale.
IL FUOCO. Nella solenne Veglia, si trova il simbolismo del fuoco. Il braciere, che arde fuori della chiesa e da cui si accende il cero pasquale, attrae l'attenzione dei fedeli che attendono al buio di poter accendere la loro candela. Il trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo, della vita sulla morte, è espresso dal fuoco nuovo, intorno al quale si riunisce la comunità mentre il sacerdote compie i riti di accensione del cero. La preghiera che accompagna la benedizione del fuoco è davvero espressiva: "O Padre, che per mezzo del tuo Figlio ci hai comunicato la fiamma viva della tua gloria, benedici questo fuoco nuovo, fa che le feste pasquali accendano in noi il desiderio del cielo, e ci guidino, rinnovati nello spirito, alla festa dello splendore eterno".
IL CERO PASQUALE ACCESO E LA SUA LUCE. I fedeli, riuniti nell'oscurità all'esterno della chiesa, assistono all'accensione del cero pasquale, simbolo di Cristo. Il cero pasquale, infatti, è il segno del Cristo Risorto luce vera del modo che illumina ogni uomo; è la luce della vita che impedisce di camminare nelle tenebre. E' il segno della vita nuova in Cristo che, strappando i peccatori dalle tenebre, li fa entrare con i santi nel regno della luce. Il cero è decorato con la croce e altre immagini sacre, con le lettere dell'alfabeto greco Alfa e Omega, che stanno a significare che Gesù è il principio e la fine di ogni cosa, e porta l'indicazione dell'anno. Durante il rito dell'accensione, il sacerdote prende cinque grani d'incenso e li conficca alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi il diacono, portando il cero pasquale, conduce la processione che entra in chiesa, intonando per la prima volta "Lumen Christi", che significa la "luce di Cristo", e il popolo risponde "Deo Gratias", ovvero "rendiamo grazie a Dio". Mentre i fedeli lo seguono, sulla porta il diacono intona di nuovo "Lumen Christi" e tutti i presenti accendono una candela: la luce di Cristo si espande sempre di più ed illumina ogni fedele; arrivati al presbiterio il diacono intona per la terza volta "Lumen Christi" e si accendono le luci della chiesa. Quindi il cero viene messo al suo posto e incensato e s'intona l'Exultet o annuncio pasquale, senza l'accompagnamento degli strumenti musicali. Terminato l'annuncio tutti spengono le candele, ed inizia la liturgia della Parola, introdotta dal celebrante. I riti della Veglia sono molto antichi e si sono sviluppati nel corso dei secoli fino ad assumere la forma dell'attuale celebrazione. Solo per fare un esempio, il canto dell'Exultet in diverse forme è testimoniato dal IV sec.
di Fabiana Chini
- 07 Aprile 2012
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